Le stromatoliti si formano per intrappolamento periodico nella mucillagine prodotta da alghe azzurre e/o batteri, di sedimento particellare molto fine, costituito in prevalenza da fango carbonatico. Dopo che il primo tappeto algale ha fissato le particelle del sedimento sulla sua superficie gelatinosa, fino ad essere completamente coperto, i filamenti algali si sviluppano al di sopra e formano così un altro tappeto.
Così facendo si forma una successione di livelli alternati di sostanza organica con altri ricchi di sedimento. A causa dei processi diagenetici, raramente si conservano i resti delle microalghe e la laminazione è l'unica testimonianza della loro attività. La morfologia delle stromatoliti è molto variabile, da lamine piano-parallele ad ondulate, fino a mammellonari e colonnari, a seconda del tipo di alghe o batteri che le costituiscono e delle condizioni ambientali. In ambiente con elevata energia delle acque, i tappeti algali possono formare involucri concentrici intorno ad oggetti ("nuclei") sottoposti a rotolamento continuo per opera di onde e correnti, dando origine ad oggetti isolati chiamati oncoliti, che costituiscono un caso particolare di stromatolite.
Le stromatoliti più antiche risalgono a circa 3.500 milioni di anni fa e sono ampiamente diffuse in tutto il Precambriano. Tra le più note, quelle rinvenute nella Gunflint Iron Formation in Canada, risalenti a circa 2 miliardi di anni fa.
In Italia sono abbastanza frequenti nelle formazioni del Cambriano inferiore della Sardegna e triassiche delle Alpi e dell'Appennino, in ambiente di piattaforma carbonatica; non sono mai state segnalate in rocce di epoca precambriana.
Attualmente le stromatoliti si formano in ambienti marini marginali di piana di marea, nella zona intertidale a salinità normale od elevata ma anche in ambienti subtidali di alcune aree dell'Australia, della Florida, delle Bahamas e del Golfo Persico. Queste strutture sono presenti diffusamente anche in ambiente lacustre, soprattutto in clima temperato-tropicale, come prodotto dell'attività batterica.
Hanno un importante significato paleoambientale e, almeno nel Fanerozoico, sono dei buoni indicatori di ambienti di acque basse ad elevatà stabilità ambientale. Quelle attuali sono morfologicamente diverse da quelle del Proterozoico.
Fonte Testo: Wikipedia
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