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giovedì 4 gennaio 2018

Fossile Guida - Paleontologia


Le Fusulinidae sono organismi unicellulari che, come tutti i foraminiferi, erano provviste di un guscio calcareo all'interno del quale viveva l'unica cellula di cui era formato l'organismo. Nella foto una fusulina, sezione longitudinale in luce trasmessa al microscopio ottico.
I fossili guida sono dei fossili usati per la datazione relativa delle rocce.
Si tratta di resti di organismi che soddisfano precisi requisiti: avevano ampia distribuzione geografica,
una relativa ampia abbondanza di popolazioni e quindi sono facilmente rinvenibili nelle rocce sedimentate nel periodo della loro esistenza, hanno avuto un'evoluzione rapida: hanno quindi una durata temporale molto limitata e permettono di raggiungere un'elevata precisione nella datazione.
Conodonti - Nome dato da C.I. Pander (1856) a microscopici elementi problematici (dimensioni da 0,1 a 3,0 mm ca.) del Paleozoico dell’Estonia; sono stati ritrovati in numerose regioni in terreni di età che va dal Cambriano medio al Triassico. Hanno forme di denticoli semplici o composti, sono traslucidi od opachi; la struttura è lamellare, sono costituiti da carbonato e fosfato di calcio. Si è stabilita una classificazione convenzionale che utilizza per la stratigrafia la loro qualità di ‘fossili guida’.
Tra i fossili guida più conosciuti vi sono:
  • Per il Paleozoico (542-251 milioni di anni fa): Trilobiti, Graptoliti, Ammoniti primitivi (Ammonoidei) e microfossili (Conodonti e Fusulinidi);
  • Per il Mesozoico (251 - 65,5 milioni di anni fa): Ammoniti (Ceratitidi e Ammonitidi, come ad esempio Arietites) ed altri fossili microscopici (per es. Foraminiferi bentonici e planctonici per la datazione all'interno del Cretaceo, Tintinnidi);
  • Per il Cenozoico (65,5 milioni di anni fa - oggi): microfossili, soprattutto foraminiferi planctonici e bentonici (nummuliti) e nannofossili calcarei.
I biostratigrafi utilizzano questi fossili, prevalentemente marini, per datare le rocce sedimentarie.
I graptoliti, tra cui i Monograptus, sono fossili guida (organismi acquatici che hanno avuto un'ampia distribuzione geografica) del Paleozoico (570-225 milioni di anni fa). Sono molto comuni come fossili e si trovano spesso associati a sedimenti depostisi in fondali marini.
Sono stati a lungo considerati solo resti organici e riconosciuti come veri e propri organismi animali nel 1821. Il loro nome ("scrittura di pietra") deriva dalla loro particolare forma, simile a una scrittura cuneiforme. I graptoliti sono un gruppo estinto di organismi marini coloniali, con esoscheletro chitinoso, vissuti dal Cambriano al Carbonifero. Gli animali (zooidi) avevano corpo molle, vermiforme, e alloggiavano in teche disposte su 1-2 file lungo i rami della colonia (rabdosomi). Dalle teche partiva un filamento (virgula) col quale l'organismo si fissava a un galleggiante (pneumatoforo).
Le colonie di Monograptus avevano un solo ramo che poteva assumere forme diverse (rettilinea, ricurva, spiralata) di grande importanza per la classificazione delle specie.
I Trilobiti sono artropodi di ambiente marino esclusivi dell'era Paleozoica, costituiscono la classe Trilobita.
I tintinnidi sono un ordine di protisti caratterizzati dalla presenza di macro e micronuclei e di una capsula gelatinosa, la lorica, con struttura alveolare, contenente concrezioni estranee. La lorica lunga da 50 μ-1 mm, è distinta in una parte orale superiore e una parte aborale inferiore, spesso fornita di appendice caudale. Presso l'apertura orale si può trovare un collare rivolto verso l'esterno o l'interno. Abbondantemente rappresentati nel plancton di tutti i mari sia in vicinanza delle coste sia in mare aperto. Tra i generi più noti vi sono Calpionella, Calpionellites, Tintinnopsella e Amphorellina.
I primi resti di Tintinnidi, descritti in sezione sottile, risalgono all'Ordoviciano inferiore, ma la loro grande esplosione avviene nella Tetide durante il Giurassico superiore e Cretaceo inferiore (facies a Calpionella).
Plate 1. Late Tithonian–late Berriasian calpionellids, Southern Carpathians. Light microscope, parallel nicols, scale bare = 50 μm. Plate 1.1, Calpionella elliptica Cadisch, 1932, sample C3L; Plate 1.2, Crassicollaria intermedia (Durand-Delga, 1957), sample C1L; Plate 1.3, Calpionella alpina Lorentz, 1902, sample C3L; Plate 1.4, Lorenziella plicata Le Hégarat and Remane, 1968, sample C5L; Plate 1.5, Remaniella filipescui (Catalano, 1965), sample C5L; Plate 1.6, Calpionellopsis simplex (Colom, 1939), sample C5L; Plate 1.7, Calpionellopsis oblonga (Cadisch, 1932), sample C5L; Plate 1.8, Tintinnopsella carpathica (Murgeanu and Filipescu, 1933), sample C6L; Plate 1.9, Tintinnopsella longa (Colom 1939), sample C5L.Late Valanginian–early Huterivian calcareous nannofossils. Plate 1.10–1.15, Scanning electronic microscope; Plate 1.16–1.18, Light polarizing microscope, crossed nicols, scale bare = 1 μm. Plate 1.10, Micrantholithus obtusus Stradner, 1963; section AF3, sample N7. Plate 1.11, Watznaueria barnesae (Black in Black and Barnes, 1959) Perch-Nielsen, 1968; section AF2, sample N24. Plate 1.12, Nannoconus sp., section AF2, sample N30. Plate 1.13, Diazomatolithus lehmanii Noël, 1965; section AF3, sample N20. Plate 1.14, Zeugrhabdotus erectus (Deflandre in Deflandre and Fert, 1954) Reinhardt, 1965; 1959; section AF3, sample N13. Plate 1.15, Biscutum constans (Görka, 1957) Black in Black and Barnes, 1959; section AF2, sample N30. Plate 1.16, Calcicalathina oblongata (Worsley, 1971) Thierstein, 1971; section AF3, sample N3. Plate 1.17, Braarudosphaera regularis Black, 1973; section AF3, sample N15. Plate 1.18, Micrantholithus hoschulzii (Reinhardt, 1966) Thierstein, 1971; section AF3, sample N7.