La vulnerabilità intrinseca o naturale degli acquiferi si definisce come la suscettibilità specifica dei sistemi acquiferi, nelle loro diverse parti componenti e nelle diverse situazioni geometriche ed idrodinamiche, ad ingerire e diffondere, anche mitigandone gli effetti, un inquinante fluido od idroveicolato tale da produrre impatto sulla qualità dell’acqua sotterranea, nello spazio e nel tempo (Civita, 1987).
La vulnerabilità intrinseca dipende, sostanzialmente, da almeno tre principali processi che si producono all’interno del sistema - sottosuolo esistente al di sotto del punto o/e della zona d’impatto:
– lo spostamento dell’acqua (o di un inquinante fluido o idroportato) attraverso l’insaturo, sino a raggiungere la superficie piezometrica dell’acquifero soggiacente;
– la dinamica del flusso sotterraneo e di un inquinante fluido o idroportato nella zona di saturazione dell’acquifero soggiacente;
– la concentrazione residua di un inquinate fluido o idroportato al suo arrivo nella zona di saturazione rispetto a quella iniziale, che marca la capacità di attenuazione dell’impatto dell’inquinante del sistema acquifero.
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