mercoledì 27 febbraio 2019

Charles Darwin


Charles Robert Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882) è stato un biologo, geologo, zoologo e botanico britannico, celebre per aver formulato la teoria dell'evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale agente sulla variabilità dei caratteri (origine delle specie), e per aver teorizzato la discendenza di tutti i primati (uomo compreso) da un antenato comune (origine dell'uomo). Pubblicò la sua teoria sull'evoluzione delle specie nel libro L'origine delle specie (1859), che è rimasto il suo lavoro più noto. Raccolse molti dei dati su cui basò la sua teoria durante un viaggio intorno al mondo sulla nave HMS Beagle, e in particolare durante la sua sosta alle Isole Galápagos.

La Beagle salutata dagli indigeni durante l'esplorazione della Terra del Fuoco, dipinto di Conrad Martens che divenne artista di bordo nel 1833.

Glossario dei termini geotecnici

Fonti:
AGI, Associazione Geotecnica Italiana, Raccomandazioni sulla programmazione ed esecuzione delle indagini geotecniche, 1977.
AGI, American Geological Institute, Glossary of Geology, 2a ed., 1973.
ASTM Designations D653 (American Soc. of Civil Engineers e American Soc. for Testing and Materials).
C. Cestelli Guidi, Geotecnica e tecnica delle fondazioni, 7a ed. Hoepli, 1984.

Nota: i termini sono accompagnati per la maggior parte dai relativi simboli e, tra parentesi, dalle dimensioni fisiche (F = forza, L = lunghezza, T = tempo).

Acqua di adsorbimento: acqua nel terreno, trattenuta da forze chimico-fisiche, con caratteri fisici sostanzialmente differenti alla stessa T e P dall’acqua assorbita o chimicamente combinata.
Acqua di assorbimento: acqua trattenuta meccanicamente nel terreno, con caratteri fisici sostanzialmente non differenti dall’acqua ordinaria, alla stessa T e P.
Acqua freatica: v. A. libera.
Acqua igroscopica: acqua contenuta nel terreno che non evapora a temperatura ordinaria; umidità in equilibrio con quella dell’aria alla quale il terreno è esposto.
Acqua libera (o gravifica): A. libera di muoversi attraverso il terreno (terra o roccia) sotto l’influenza della gravità.
Acquifero: formazione o corpo geologico saturo (o parzialmente saturo) sufficientemente permeabile da fornire acqua a pozzi o sorgenti. A. a falda libera (falda freatica): acquifero la cui superficie piezometrica può abbassarsi o elevarsi liberamente. A. a falda sospesa: acquifero con falda in genere di limitata estensione mantenuta al di sopra della normale falda libera da uno strato relativamente impermeabile.
Alluvium: suolo o terreno i cui costituenti sono stati trasportati in sospensione da acque correnti e successivamente sedimentati.
Altezza critica, hcrit: la massima altezza alla quale una scarpata verticale o inclinata è stabile senza sostegni per un dato insieme di condizioni.
Angolo di attrito esterno, d (gradi): angolo tra l’ascissa e la tangente alla curva rappresentante la relazione tra resistenza al taglio e sforzi normali tra il terreno e la superficie di altro materiale (muro ecc.).
Angolo di attrito interno, j (gradi): angolo tra l’ascissa e la tangente alla curva rappresentante la relazione tra resistenza al taglio e sforzi normali agenti all’interno del terreno.
Angolo di riposo, a (gradi): angolo tra l’orizzontale e la massima inclinazione che un terreno assume attraverso processi naturali. Per terre granulari asciutte, l’effetto dell’altezza del pendio è nullo o trascurabile; per terre coesive, l’influenza dell’altezza del pendio è così forte che a è privo di significato.
Aquitard: strato, orizzonte o livello che ritarda ma non impedisce il movimento dell’acqua da o verso un adiacente acquifero. (Cfr. aquiclude).
Aquiclude: terreno (roccia, terra) relativamente impermeabile, che è in grado di assorbire acqua lentamente, ma che funziona come limite di un acquifero e che non è in grado di trasmettere l’acqua con velocità sufficiente ad alimentare una sorgente o un pozzo.
Argilla: terra o porzione di terra a granulometria fine che mostra plasticità in un dato intervallo di contenuto d’acqua e che allo stato secco presenta una considerevole resistenza. Indica di solito materiali di granulometria inferiore a 0,002 mm (0,005 secondo alcune classificazioni), ma è preferibile e raccomandato riferirsi alle proprietà indicate, assai più significative dal punto di vista geotecnico.
Argilla organica: argilla con alto contenuto in sostanza organica.
Attività: v. Indice di attività.
Attrito interno, (F.L–2): la parte di resistenza al taglio che si considera usualmente dovuta all’incastro ed alla resistenza allo scivolamento tra i granuli; indicato dal termine s tan j dell’equazione di Coulomb t = s tan j + c.
Azione: cause o insieme di cause (forze, deformazioni) capaci di generare stati tensionali nel terreno.


Bedrock (substrato): roccia di spessore ed estensione relativamente elevati, presente nella sua posizione originaria al di sotto di una copertura (terra, suolo o altri materiali superficiali sciolti).
Berma: ripiano artificiale che interrompe un pendio.
Binder (soil binder): porzione di suolo passante al setaccio n. 40 (0,425 mm), che funge da legante o in materiali granulari (sin. ).
Boulder (masso): clasto, generalmente arrotondato, di dimensioni superiori a 256 mm (classe j  = – 8).
Bulbo di pressione: zona in un terreno caricato, delimitata da una isobara arbitrariamente scelta.

Caduta di potenziale (potential drop), DH (L): differenza di pressione (pressure head) tra due linee equipotenziali.
California Bearing Ratio (CBR): rapporto tra: 1) forza per unità di superficie richiesta per infiggere in un terreno un pistone a sezione circolare di A = 3 in (diametro circa 2 in) alla velocità di 0,05 in/min e 2) la forza richiesta per l’infissione in un materiale standard. Il rapporto è usualmente determinato in corrispondenza di una penetrazione di 0,1 in, ma sono adottate procedure con infissioni fino a 0,2 e a 0,5 in.
Campione indisturbato: campione di terreno prelevato in modo da mantenere inalterate le caratteristiche fisiche (struttura, consistenza, contenuto d’acqua) (grado di qualità Q.5.) (v.).
Capacità di scambio: capacità di scambio di ioni, misurata dalla quantità di ioni scambiabili in una data unità di suolo o argilla.
Capacità igroscopica (coefficiente igroscopico), wc: rapporto tra: 1) peso dell’acqua assorbita da una terra asciutta in un’atmosfera satura ad una data temperatura e 2) peso della terra seccata in forno.
Capacità portante (ultimate bearing capacity) sin.: pressione di contatto limite, pressione limite ultima, carico di rottura, pult, plim, pult (F.L–2): pressione richiesta (carico medio per unità di superficie) per produrre cedimento per rottura del terreno di fondazione.
Carico ammissibile (ultimate bearing capacity, pressione di contatto ammissibile),  pamm  (F.L–2): pressione massima ammessa su un suolo, considerati tutti i fattori pertinenti, con adeguato coefficiente di sicurezza riguardo alla rottura del terreno o a movimento della struttura di fondazione tale da produrne il danneggiamento.
Cedimento (failure, shear failure, failure by rupture): cedimento (generale o locale) nel quale il movimento causato da sforzi di taglio nel terreno sono di entità tale da distruggere o danneggiare seriamente una struttura.
Cerchio di Mohr: rappresentazione grafica degli sforzi agenti sui vari piani passanti per un dato punto.
Ciottolo (cobble): clasto, generalmente arrotondato, di dimensioni medie tra 64 e 256 mm (classe j = – 5/– 8)
Coefficiente di attrito interno: la tangente dell’angolo di attrito interno (v. angolo d’attrito interno)
Coefficiente di compressibilità, av (L2.F–1): pendenza della secante della curva pressione-indice dei vuoti, per un dato incremento di pressione; av = De/Ds'v (sin.: indice di compressibilità)
Coefficiente di compressibilità volumetrico, mv (L2. F–1): pendenza della curva sforzi-deformazioni; mv = av/(1 + e) (sin.: coefficiente di variazione di volume).
Coefficiente di consolidazione, cv (L2.T–1): coefficiente usato nella teoria della consolidazione, contenente le costanti fisiche che controllano la velocità di cambiamento di volume di un terreno. cv = k(1 + e)/av gw dove: k = coeff. di permeabilità (L.T–1), e = indice dei vuoti, av = coefficiente di compressibilità, gw  = peso specifico dell’acqua.
Coefficiente di permeabilità (permeabilità), k, (L.T–1): quantità d’acqua passante in condizioni di flusso laminare nell’unità di tempo attraverso una sezione unitaria di un mezzo poroso, sotto un gradiente idraulico unitario e condizioni di temperatura standard (usualmente 20°).
Coefficiente di resistenza passiva, KP: il valore massimo del rapporto tra: 1) tensione principale massima e 2) tensione principale minima; ciò è applicabile quando il terreno è sottoposto a compressione laterale tale da raggiungere il valore limite superiore della tensione principale massima.
Coefficiente di spinta, K: rapporto tra tensioni principali ad una generica profondità nel terreno.
Coefficiente di spinta attiva, Ka: il valore minimo del rapporto tra: 1) tensione principale minima e 2) tensione principale massima; ciò è applicabile quando il terreno è sottoposto a espansione o decompressione laterale tale da raggiungere il valore minimo della tensione orizzontale o tensione principale minima (stato limite attivo).
Coefficiente di spinta a riposo, K0: il rapporto tra: 1) tensione principale minima e 2) tensione principale massima; ciò è applicabile quando il terreno è nello stato naturale, senza che si sia prodotta una espansione o una compressione laterale.
Coefficiente di uniformità, U: rapporto D60/D10, dove D60 e D10 sono il diametro delle particelle corrispondenti rispettivamente al 60% e al 10% del passante sulla curva granulometrica cumulativa.
Coefficiente di viscosità, h (F.T.L–2): forza di taglio per unità di superficie necessaria per mantenere una differenza unitaria in velocità tra due strati paralleli di un fluido posti a distanza unitaria.
Coesione, c (F.L–2): la parte di resistenza al taglio di un terreno indicata dal termine c nell’equazione di Coulomb s = p tan j + c. Coesione apparente: coesione nei suoli granulari dovuta a forze capillari.
Colata (flow): cedimento o franamento di un pendio nel quale il movimento della massa franata non avviene lungo una ben definita superficie di scivolamento.
Compattazione (costipamento): addensamento di un terreno per mezzo di azioni meccaniche.
Compressibilità: proprietà di una terra riguardante la sua capacità di riduzione di volume quando sia sottoposta a un carico.
Consistenza: la facilità relativa con cui un suolo può essere deformato.
Consistenza relativa: v. Indice di consistenza
Consolidazione: la graduale riduzione di volume di una terra derivante da un incremento di sollecitazioni compressive. Consolidazione primaria: riduzione in volume di una t. causata dall’applicazione prolungata di un carico e dovuta principalmente all’espulsione dell’acqua dai vuoti e accompagnata da un trasferimento del carico dall’acqua interstiziale ai granuli; consolidazione secondaria: riduzione in volume di una t. causata dall’applicazione prolungata di un carico e dovuta principalmente al riassetto della struttura interna della t. (deformazione viscosa); curva di consolidazione: curva mostrante la relazione tra: 1) grado di consolidazione e 2) il tempo trascorso dopo l’applicazione di un dato incremento di carico.
Contenuto d’acqua, w: rapporto percentuale tra preso dell’acqua di un dato volume di t. e il peso della parte solida: (gsat – gd)/gd.
Contenuto d’acqua igroscopica, wH: l’acqua contenuta in una terra essiccata all’aria.
Costipamento: v. Compattazione.
Creep: lento movimento del detrito o del regolite, di solito rilevabile con osservazioni di lunga durata.
Curva di compattazione (curva umidità-densità, curva di Proctor): curva mostrante la relazione tra peso specifico secco e contenuto d’acqua di una terra per una data energia di costipamento.
Curva di compressione: curva del rapporto pressione/indice dei vuoti, ottenuta da prova di consolidazione.
Deformazione: cambiamento di forma derivante da compressione, estensione o taglio. (D. plastica, elastica).
Densità relativa, Dr: il rapporto tra: 1) differenza tra indice dei vuoti di un suolo granulare nello stato più sciolto e un dato indice dei vuoti, e tra 2) differenza tra indici dei vuoti nello stato più sciolto e più addensato Dr = (emax – e)/emax – emin); Dr = 1 per terre molto dense, = 0 per t. sciolte.
Densità secca: v. Peso specifico.
Diametro efficace, D10 (L): diametro delle particelle corrispondenti al 10% del passante sulla curva granulometrica cumulativa.
Diametro equivalente, D (L): diametro di una sfera ipotetica composta di materiale dello stesso peso specifico della particella o granulo, e avente dimensione tale da sedimentare in un dato liquido alla stessa velocità terminale della particella o granulo reale.
Dilatanza: espansione di suolo granulare soggetto a deformazione di taglio (lavoro dovuto alle variazioni di volume).
Drawdown (L): misura dell’abbassamento della superficie piezometrica o del livello dell’acqua in un invaso o pozzo.

Equilibrio plastico: stato di sforzo in terreno, deformato sino al punto di mobilizzazione della sua resistenza al taglio di picco. E.p. attivo: ottenuto mediante dilatazione o espansione della massa di t.; E. p. passivo: ottenuto per compressione.
Espansione lineare, LE: incremento in una dimensione di un campione di t., espressa come percentuale di questa dimensione al limite di ritiro, quando il contenuto d’acqua viene aumentato dal limite di ritiro ad un dato valore.

Fango: miscela di terra ed acqua allo stato fluido o debolmente semisolido.
Fattore di stabilità, Ns: numero puro usato nell’analisi di stabilità di un pendio artificiale, definito dalla seguente equazione:
    
N
s = Hc · g /c
    
dove Hc = altezza critica (v.) del rilevato, g = peso specifico del terreno, c = coesione. Il numero di stabilità di Taylor è il reciproco del fattore di stabilità di Terzaghi.
Fattore di tempo, Tv: fattore adimensionale, usato nella teoria della consolidazione, contenente le costanti fisiche di uno stato di terreno influenti sulla sua velocità di consolidazione: Tv = kt(1 + e)/(av gw · H2) = (cvt)/H2 dove k = coeff. di permeabilità, e = indice dei vuoti, t = tempo impiegato per la consolidazione, av = coeff. di compressibilità, gw = peso specifico dell’acqua, H = spessore dello strato drenato da un solo lato (se lo strato è drenato dalle due parti, il suo spessore equivale a 2H), cv = coeff. di consolidazione.
Filtro: strato o combinazione di strati, o materiale artificiale (tessuto-non-tessuto), calcolato e installato in modo da fungere da dreno e al tempo stesso da prevenire l’asporto di particelle di suolo da parte del movimento dell’acqua.
Fine (terra a grana fine): porzione di suolo passante al setaccio n. 200 US standard (0.075 mm)
Filtrazione: v. Pressione di filtrazione.
Flocculazione: processo di formazione in sospensione acquosa di aggregati di particelle, a struttura aperta.
Flusso laminare (flusso viscoso): flusso nel quale la perdita di carico è proporzionale alla velocità (la v. in ogni punto del fluido è costantemente parallela ad una direzione fissa).
Fondazione: parte inferiore di una struttura che trasmette il carico al suolo. Fondazione compensata: fondazione poggiante su un terreno che ha subito forti sbancamenti, ossia f. di peso inferiore o uguale a quello del terreno asportato dallo scavo.
Forza efficace o effettiva, F: forza trasmessa in una massa di terreno attraverso i contatti intergranulari.
Frangia capillare: la zona al di sopra della superficie piezometrica, nella quale l’acqua è trattenuta per azione capillare.

Gradiente idraulico, i: perdita di carico per distanza unitaria del flusso (DH/L). Gradiente idraulico critico icrit: gradiente idraulico al quale la pressione intergranulare in una massa di terreno granulare è ridotta a zero per il moto di risalita dell’acqua.
Grado di qualità: carattere classificativo di un campione di terreno, relativo al grado di rimaneggiamento e alla quantità di informazioni geotecniche che si possono ricavare; variabile da 1 (rimaneggiato) a 5 (indisturbato).
Grado di consolidazione, U: rapporto tra 1) l’entità della consolidazione ad una data distanza da una superficie drenante e ad un dato tempo, e 2) il totale della consolidazione ottenibile nel punto stesso sotto un dato incremento di carico.
Grado di sovraconsolidazione (OCR): rapporto tra la tensione di preconsolidazione (v.) sp e la tensione verticale efficace attuale svo.
Grado di saturazione, Sr: rapporto percentuale tra volume occupato dall’acqua e volume dei vuoti. Sr = Vw/Vv %.
Grado di sensibilità (sensitività), St: rapporto tra resistenza alla compressione semplice del campione (argilloso) indisturbato e quella del campione rimaneggiato. St = 2-4 argille normali, 4-8 argille sensibili, > 8 argille extrasensibili.

lunedì 25 febbraio 2019

Vulnerabilità di un acquifero


La vulnerabilità intrinseca o naturale degli acquiferi si definisce come la suscettibilità specifica dei sistemi acquiferi, nelle loro diverse parti componenti e nelle diverse situazioni geometriche ed idrodinamiche, ad ingerire e diffondere, anche mitigandone gli effetti, un inquinante fluido od idroveicolato tale da produrre impatto sulla qualità dell’acqua sotterranea, nello spazio e nel tempo (Civita, 1987).

La vulnerabilità intrinseca dipende, sostanzialmente, da almeno tre principali processi che si producono all’interno del sistema - sottosuolo esistente al di sotto del punto o/e della zona d’impatto:

– lo spostamento dell’acqua (o di un inquinante fluido o idroportato) attraverso l’insaturo, sino a raggiungere la superficie piezometrica dell’acquifero soggiacente;

la dinamica del flusso sotterraneo e di un inquinante fluido o idroportato nella zona di saturazione dell’acquifero soggiacente;

la concentrazione residua di un inquinate fluido o idroportato al suo arrivo nella zona di saturazione rispetto a quella iniziale, che marca la capacità di attenuazione dell’impatto dell’inquinante del sistema acquifero.

Scarica le Linee–guida per la redazione e l’uso delle carte della vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento.

Sismica: Amplificazione locale delle Onde sismiche - Effetto di sito - Contiene Video


Amplificazione sismica locale
Modificazione in ampiezza, frequenza e durata dello scuotimento sismico dovuta alle specifiche condizioni litostratigrafiche e morfologiche di un sito. Si può quantificare mediante il rapporto tra il moto sismico in superficie al sito e quello che si osserverebbe per lo stesso evento sismico su un ipotetico affioramento di roccia rigida con morfologia orizzontale. se questo rapporto è maggiore di 1, si parla di amplificazione locale.

Nel video successivo Giovanna Cultrera spiega come le onde sismiche si modificano vicino alla superficie terrestre attraversando terreni con caratteristiche elastiche differenti. Il cosiddetto "effetto di sito" è per esempio l'amplificazione delle onde quando incontrano i sedimenti fluviali o lacustri

Caricato su Youtube da INGVterremoti in data 10/mag/2011
  
 

domenica 24 febbraio 2019

Numero atomico 3 - Litio - Li - Contiene Video


Il litio (dal greco lithos, "pietra") è l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi indicato con il simbolo Li e con numero atomico 3.

Appartiene al primo gruppo (metalli alcalini). Il litio, nella sua forma pura, è un metallo tenero color argento, che si ossida rapidamente a contatto con l'aria o l'acqua.

Reazione del Litio metallico in acqua.

Il Litio è il più leggero degli elementi solidi ed è usato principalmente nelle leghe conduttrici di calore, nelle batterie e come componente in alcuni medicinali (farmaci antipsicotici) per la stabilizzazione del tono dell'umore.

Barite BaSO4

Barite - Sardegna - Italy
La barite BaSO4 (conosciuta anche come Baritina, nome in disuso) è un minerale di bario appartenente al gruppo della celestina; solfato di bario avente densità relativa 4,5 e durezza 3 nella scala di Mohs. È un solido cristallizzante nel sistema rombico, si presenta generalmente incolore o bianco allo stato puro, può essere anche colorato in giallo o azzurro. Costituisce la ganga di vari metalli.
Cristalli tabulari di Barite
Si trova in vene e cavità di sostituzione nei calcari e nelle dolomie, associata a minerali metalliferi, calcite e quarzo.
I cristalli della barite sono prevalentemente tabulari, limpidi o variamente colorati. Si riconosce facilmente per l'elevato peso specifico, la mancanza di effervescenza al contatto con gli acidi e per la sfaldatura in forme di parallelepipedo.
Barite
I suoi usi principali sono destinati alla preparazione di altri composti di bario e come pigmento bianco (ad es. litopone).

In forma granulare viene mischiata al cemento allo scopo di migliorarne le proprietà schermanti nei confronti delle radiazioni (Calcestruzzo Baritico). In forma polverulenta 70 micron viene utilizzata insieme alla bentonite per formare i fanghi delle perforazioni petrolifere.

Arenaria

Arenaria a Petra in Giordania
Roccia sedimentaria clastica derivante dal consolidamento diagenetico delle sabbie; le arenarie sono, perciò, costituite per la maggior parte da granuli di dimensioni comprese tra 2,00 e 0,06 mm, derivanti dalla disgregazione, a opera di processi naturali, di rocce di vario tipo. Gli spazi compresi tra i granuli possono essere riempiti da una frazione detritica più fine, siltoso-argillosa, chiamata matrice, o da un cemento di precipitazione chimica.
Per saperne di più

sabato 23 febbraio 2019

Black Smoker - Fumarole Nere - Contiene Video


Black Smokers
Le fumarole nere o black smoker sono un tipo di bocca idrotermale situato sul fondo oceanico. Sono raggruppate in campi generalmente ampi alcune centinaia di metri, che si formano quando l'acqua super-riscaldata (400 °C) proveniente da sotto la crosta terrestre trova uno sbocco attraverso il fondo dell'oceano. L'acqua superriscaldata è ricca di minerali (principalmente solfuri) in soluzione provenienti dalla crosta, che cristallizzano creando intorno a ciascuna sorgente una struttura di forma simile a un camino. Quando l'acqua superriscaldata emessa dalla sorgente viene a contatto con la fredda acqua oceanica molti minerali precipitano, dando origine al caratteristico colore nero. I solfuri metallici che vengono depositati possono dare origine nel tempo a estesi depositi di minerali sulfurei potenzialmente adatti ad essere sfruttati.

Black Smokers
Le prime fumarole nere furono scoperte nel 1977 nelle vicinanze delle isole Galápagos dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, quando furono osservate usando Alvin, un piccolo veicolo sommergibile. Oggi è nota l'esistenza di fumarole nere negli oceani Atlantico e Pacifico, a una profondità media di 2100 metri. La temperatura dell'acqua alla sorgente può superare i 400°C[1][2], ma essa non bolle a causa dell'elevata pressione a cui è sottoposta a quelle profondità. L'acqua emessa è estremamente acida: il suo pH può scendere fino a 2,8 (circa pari a quello dell'aceto). Attraverso le fumarole nere passa ogni anno una quantità d'acqua pari a circa 1,4 × 1014 kg.
Diagramma del ciclo biogeochimico di una sorgente idrotermale oceanica

Stibnite - Antimonite

La stibnite Sb2S3 è un minerale, un solfuro di antimonio. Sono suoi sinonimi antimonite e stibina.
Il nome stibnite deriva da stibio, voce desueta per antimonio, e (antimo)nite. Il nome stibina deriva dal greco στίβι = nero-antimonio, conosciuto già nell'antichità. Il nome antimonite deriva forse dall'arabo 'utmud.
(Fonte Wikipedia.it)

Cristallizza in prismi allungati, striati longitudinalmente, talvolta ricurvi, fibrosi, aciculari; esistono anche geminati. I cristalli di Ichinokawa, nell'isola di Shikoku, in Giappone sono eccezionalmente grandi: alcuni esemplari raggiungono i 50 cm.
L'origine è prevalentemente idrotermale. Ha paragenesi con orpimento, realgar, oro, berthierite, jamesonite, cinabro e arsenopirite.
Harvard Museum of Natural History. Stibnite. (Iyo) Ehime, Shikoku, Japan (DerHexer) 2012-07-20
DerHexer, Wikimedia Commons - Opera propria
I piani di sfaldatura hanno una forte lucentezza metallica. I cristalli sono abbastanza flessibili. La colorazione superficiale del minerale è blu scura.

È solubile in HNO3 e HCl caldo; fonde facilmente al cannello. Dà origine ad una patina bianca su carbone in fiamma ossidante; annerisce in KOH.

Ad Harz e Wolfsberg, in Germania; a Milešov in Repubblica Ceca e Kremnica, in Slovacchia; belle druse sono state trovate a Baia Sprie, in Romania; in varie località dell'ex-URSS; a Gebel Hamimat, in Algeria; aIchinokawa, nell'isola di Shikoku, in Giappone il cui giacimento è esaurito; i maggiori depositi al mondo sono quelli dello Hunan e dello Kwantung in Cina, dove è associato al cinabro.

In Italia un modesto giacimento è a San Bartolomeo Val Cavargna, in provincia di Como; a Viarago, nel comune di Pergine, in Trentino; in una miniera di Renon, in provincia di Bolzano si trovavano cristalli lunghi fino a 2 cm; cristalli aghiformi sono rarissimi nell'arenaria di Calafuria, a Livorno; molto belli i cristalli delle Cetine di Cotorniano, presso Sovicille, in provincia di Siena e infine a Scansano e a Monticiano, in provincia di Grosseto. I giacimenti più importanti si trovano nella zona di Manciano (provincia di Grosseto)ove molteplici miniere (Tafone, Poggio Fuoco, Montauto, Macchia Casella.) sono state sfruttate fino alla metà degli anni '90. Attualmente è in fase di esplorazione mineraria da parte di società estere un'estesa fascia di territorio di questo comune alla ricerca di residui giacimenti di stibnite da sfruttare in un prossimo futuro.
Harvard Museum of Natural History. Stibnite. (Iyo) Ehime, Shikoku, Japan (DerHexer) 2012-07-20
DerHexer, Wikimedia Commons - Opera propria
I giapponesi usavano i cristalli enormi di Ichinokawa come tutori per i fiori, o per piccoli recinti intorno ai giardini. Al giorno d'oggi, ha un ruolo importante in molte leghe metalliche, nelle batterie elettriche, in pirotecnia, nell'industria sanitaria, tessile, della gomma e del vetro. Nel Medioevo era utilizzata per la fabbricazione di cosmetici e medicamenti.

Una curiosa leggenda è legata al nome antimonite. Secondo alcuni il termine deriverebbe da anti-monaco; pare infatti che nel primo Medioevo ci fossero alcuni frati che avessero confezionato delle posate con l'antimonio. Essi, dopo mangiato, si sentivano molto male senza capire il perché di tali disturbi, fino a quando un medico non li mise in guardia contro una proprietà dell'antimonio: quella di essere emetico, cioè una sostanza che favorisce il vomito. Da allora venne chiamato antimonio proprio perché aveva danneggiato quei frati per molti mesi.

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