martedì 30 giugno 2020
martedì 23 giugno 2020
Chimica - Video - Il benzene e le regole di nomenclatura IUPAC - Gli areni [720p]
lunedì 22 giugno 2020
giovedì 18 giugno 2020
lunedì 15 giugno 2020
Chimica - L'Ossido di etilene
![]() |
C2H4O - Ossido di Etilene - Modello Molecolare - In nero il C, in rosso l'O e in bianco l'H |
![]() |
Ossido di Etilene - Formula di struttura - C2H4O |
A temperatura e pressione ambiente è un gas incolore dall'odore dolciastro, estremamente infiammabile, esplosivo se mescolato all'aria.
È utilizzato dall'industria chimica per la produzione di numerosi materiali.
Per saperne di più: Wikipedia
Per saperne di più: Wikipedia
Chimica - Il Cicloesano - Cicloalcano - Idrocarburi
Il cicloesano C6H12 è un cicloalcano (CnH2n), ossia un idrocarburo privo di doppi e tripli legami C-C il cui scheletro di atomi di carbonio è chiuso ad anello, per l'esattezza un anello composto da sei atomi di carbonio, ciascuno dei quali lega a sé due atomi di idrogeno e due di carbonio. A temperatura ambiente è un liquido incolore dal lieve odore tipico degli idrocarburi. È infiammabile e nocivo per inalazione e contatto con la pelle.
Benché per comodità sia rappresentata da un esagono regolare, la molecola del cicloesano non è planare, dal momento che gli atomi di carbonio hanno ibridazione sp3, tetraedrica in cui l'angolo tra due legami è di 109,5°. La molecola del cicloesano tende pertanto ad assumere una forma piegata detta a sedia, individuata da Odd Hassel, che per questa ricerca ricevette un Premio Nobel per la chimica.
domenica 14 giugno 2020
Chimica - La Stibnite (Sb2S3) - Antimonite
La stibnite Sb2S3 è un minerale, un solfuro di antimonio. Sono suoi sinonimi antimonite e stibina.
Il nome stibnite deriva da stibio, voce desueta per antimonio, e (antimo)nite. Il nome stibina deriva dal greco στίβι = nero-antimonio, conosciuto già nell'antichità. Il nome antimonite deriva forse dall'arabo 'utmud. (Fonte Wikipedia.it)
Cristallizza in prismi allungati, striati longitudinalmente, talvolta ricurvi, fibrosi, aciculari; esistono anche geminati. I cristalli di Ichinokawa, nell'isola di Shikoku, in Giappone sono eccezionalmente grandi: alcuni esemplari raggiungono i 50 cm.
L'origine è prevalentemente idrotermale. Ha paragenesi con orpimento, realgar, oro, berthierite, jamesonite, cinabro e arsenopirite.
![]() |
Harvard Museum of Natural History. Stibnite. (Iyo) Ehime, Shikoku, Japan (DerHexer) 2012-07-20 DerHexer, Wikimedia Commons - Opera propria |
È solubile in HNO3 e HCl caldo; fonde facilmente al cannello. Dà origine ad una patina bianca su carbone in fiamma ossidante; annerisce in KOH.
Ad Harz e Wolfsberg, in Germania; a Milešov in Repubblica Ceca e Kremnica, in Slovacchia; belle druse sono state trovate a Baia Sprie, in Romania; in varie località dell'ex-URSS; a Gebel Hamimat, in Algeria; aIchinokawa, nell'isola di Shikoku, in Giappone il cui giacimento è esaurito; i maggiori depositi al mondo sono quelli dello Hunan e dello Kwantung in Cina, dove è associato al cinabro.
In Italia un modesto giacimento è a San Bartolomeo Val Cavargna, in provincia di Como; a Viarago, nel comune di Pergine, in Trentino; in una miniera di Renon, in provincia di Bolzano si trovavano cristalli lunghi fino a 2 cm; cristalli aghiformi sono rarissimi nell'arenaria di Calafuria, a Livorno; molto belli i cristalli delle Cetine di Cotorniano, presso Sovicille, in provincia di Siena e infine a Scansano e a Monticiano, in provincia di Grosseto. I giacimenti più importanti si trovano nella zona di Manciano (provincia di Grosseto)ove molteplici miniere (Tafone, Poggio Fuoco, Montauto, Macchia Casella.) sono state sfruttate fino alla metà degli anni '90. Attualmente è in fase di esplorazione mineraria da parte di società estere un'estesa fascia di territorio di questo comune alla ricerca di residui giacimenti di stibnite da sfruttare in un prossimo futuro.
![]() |
Harvard Museum of Natural History. Stibnite. (Iyo) Ehime, Shikoku, Japan (DerHexer) 2012-07-20 DerHexer, Wikimedia Commons - Opera propria |
Una curiosa leggenda è legata al nome antimonite. Secondo alcuni il termine deriverebbe da anti-monaco; pare infatti che nel primo Medioevo ci fossero alcuni frati che avessero confezionato delle posate con l'antimonio. Essi, dopo mangiato, si sentivano molto male senza capire il perché di tali disturbi, fino a quando un medico non li mise in guardia contro una proprietà dell'antimonio: quella di essere emetico, cioè una sostanza che favorisce il vomito. Da allora venne chiamato antimonio proprio perché aveva danneggiato quei frati per molti mesi.
Biosfera - I Denti dello Squalo
La caratteristica dentatura dello squalo è pur'essa costituita da dentelli come quelli che costituiscono la pelle, ma più specializzati ed ancorati mediante tessuto connettivo. I denti, essendo sottoposti a forte usura vengono costantemente sostituiti. L'arco dentario è infatti costituito da tre o quattro file di denti che avanzano e si dispongono all'utilizzo via via che l'animale ne abbisogna. Di conseguenza alcuni squali possono arrivare a perdere e sostituire ben 30.000 denti nella loro vita. Tutti gli squali posseggono queste file multiple di denti lungo le sommità delle mascelle superiore ed inferiore. Denti nuovi crescono continuamente in una fossetta subito dentro la bocca e si spostano dall'interno verso l'esterno su di una sorta di nastro trasportatore formato dalla pelle dove i denti stessi sono ancorati. In alcune specie di squalo le file si rinnovano ogni 10 giorni, in altre possono durare diversi mesi prima di essere sostituite. Le file inferiori sono usate principalmente per trattenere la preda, mentre le superiori effettuano il vero e proprio taglio. Proprio la dentatura dello squalo evidenzia le sue abitudini alimentari. La forma e la disposizione dei denti indicano infatti quale preda visita più spesso le mandibole del predatore. Denti aguzzi e fitti, come quelli dello squalo toro (Carcharias taurus), sono specializzati nella cattura di pesci di piccola dimensione; quelli tozzi e larghi, ad esempio quelli che si trovano nelle fauci dello squalo tigre (Galeocerdo cuvier), sono invece idonei alla consumazione dei crostacei più coriacei.
![]() |
Dente di C. megalodon (AGASSIZ, 1843) rinvenuto nel deserto di Atacama (Miocene) |
sabato 13 giugno 2020
venerdì 12 giugno 2020
Astronomia - Vento Solare, Eliopausa ed Eliosfera
Il vento solare è un flusso di particelle cariche emesso dall'alta atmosfera del Sole: esso è generato dall'espansione continua nello spazio interplanetario della corona solare. Questo flusso è principalmente composto da elettroni e protoni con energie normalmente compresi tra 1.5 e 10 keV. Il flusso di particelle mostra temperature e velocità variabili nel tempo e con andamenti legati al ciclo undecennale dell'attività solare. Queste particelle sfuggono alla gravità del Sole per le alte energie cinetiche in gioco e l'alta temperatura della corona che accelera le particelle, trasferendo loro ulteriore energia.
Il vento solare è un plasma tenuissimo, la cui componente di ioni è formata, normalmente, per il 95% da protoni ed elettroni (in proporzione circa uguale) e per il 5 % da particelle alfa (nuclei di elio) con tracce di nuclei di elementi più pesanti. Vicino alla Terra, la velocità del vento solare varia da 200 km/s a 900 km/s, mentre la sua densità varia da alcune unità a decine di particelle per centimetro cubo. La velocità del vento solare è nettamente superiore alla velocità di fuga di tutti i pianeti del sistema solare, essendo la più alta (quella di Giove) pari a soli 59.54 km/secondo: il moto prosegue in linea retta, non deviato dalle orbite dei pianeti. Pertanto, il vento solare impiega da 2 a circa 9 giorni per percorrere i 149.600.000 km che mediamente separano la Terra dal Sole.
Il Sole perde circa 800 milioni di kg di materiale al secondo eiettandolo sotto forma di vento solare (rispetto alla massa del Sole questa perdita è del tutto insignificante).
L'eliopausa è il confine presso il quale il vento solare emesso dal nostro Sole è fermato dal mezzo interstellare.
Il vento solare crea una "bolla", eliosfera, nel mezzo interstellare (che è composto dal gas rarefatto di idrogeno ed elio che riempie la galassia). Il bordo più esterno di questa bolla è dove la forza del vento solare non è più sufficiente a spingere indietro il mezzo interstellare. Questo bordo è conosciuto come eliopausa, ed è spesso considerato come il confine esterno del sistema solare.
All'interno dell'eliopausa c'è un altro confine, chiamato "termination shock", dove le particelle del vento solare, fino ad allora supersoniche, vengono rallentate a velocità subsoniche.
La distanza dell'eliopausa varia dalle 80 alle 100 unità astronomiche. Probabilmente è molto più piccola sul lato del sistema solare che si trova "davanti" rispetto al moto orbitale del sistema solare nella galassia. Potrebbe anche variare a seconda della velocità del vento solare e a seconda della densità locale del mezzo interstellare. Si sa che è ben oltre l'orbita di Plutone.
La sonda spaziale Voyager 2, dopo aver terminato la sua esplorazione planetaria, si sta dirigendo verso l'esterno del sistema, mentre la sonda spaziale Voyager 1 vi è già entrata nel 2012. Grazie alle misurazioni di Voyager 1 abbiamo capito che i molteplici strati magnetici solari si sono intrecciati, creando bolle magnetiche che ci proteggono da raggi cosmici dannosi.
Il vento solare crea una "bolla", eliosfera, nel mezzo interstellare (che è composto dal gas rarefatto di idrogeno ed elio che riempie la galassia). Il bordo più esterno di questa bolla è dove la forza del vento solare non è più sufficiente a spingere indietro il mezzo interstellare. Questo bordo è conosciuto come eliopausa, ed è spesso considerato come il confine esterno del sistema solare.
All'interno dell'eliopausa c'è un altro confine, chiamato "termination shock", dove le particelle del vento solare, fino ad allora supersoniche, vengono rallentate a velocità subsoniche.
La distanza dell'eliopausa varia dalle 80 alle 100 unità astronomiche. Probabilmente è molto più piccola sul lato del sistema solare che si trova "davanti" rispetto al moto orbitale del sistema solare nella galassia. Potrebbe anche variare a seconda della velocità del vento solare e a seconda della densità locale del mezzo interstellare. Si sa che è ben oltre l'orbita di Plutone.
La sonda spaziale Voyager 2, dopo aver terminato la sua esplorazione planetaria, si sta dirigendo verso l'esterno del sistema, mentre la sonda spaziale Voyager 1 vi è già entrata nel 2012. Grazie alle misurazioni di Voyager 1 abbiamo capito che i molteplici strati magnetici solari si sono intrecciati, creando bolle magnetiche che ci proteggono da raggi cosmici dannosi.
mercoledì 10 giugno 2020
Astronomia - Le Stelle
![]() |
A parte il Sole, le stelle sono così lontane da essere visibili solo come punti di luce, nonostante il loro diametro possa essere di milioni di chilometri. |
Una stella è un corpo celeste che brilla di luce propria. In astronomia e astrofisica il termine indica uno sferoide luminoso di plasma che genera energia nel proprio nucleo attraverso processi di fusione nucleare; tale energia è irradiata nello spazio sotto forma di radiazione elettromagnetica, flusso di particelle elementari (vento stellare) e neutrini. Buona parte degli elementi chimici più pesanti dell'idrogeno e dell'elio (i più abbondanti nell'Universo) vengono sintetizzati nei nuclei delle stelle tramite il processo di nucleosintesi.
La stella più vicina alla Terra è il Sole, sorgente di gran parte dell'energia del nostro pianeta. Le altre stelle, ad eccezione di alcune supernovae, sono visibili solamente durante la notte come dei puntini luminosi, che appaiono tremolanti a causa degli effetti distorsivi (seeing) operati dall'atmosfera terrestre.
![]() |
Il Sole ripreso in falsi colori dal Solar Dynamics Observatory della NASA nella banda dell'ultravioletto. |
Le stelle sono oggetti dotati di una massa considerevole, compresa tra 0,08 e 150–200 masse solari (M☉). Gli oggetti con una massa inferiore a 0,08 M☉ sono detti nane brune, corpi a metà strada tra stelle e pianeti che non producono energia tramite la fusione nucleare, mentre non sembrano esistere, almeno apparentemente, stelle di massa superiore a 200 M☉, per via del limite di Eddington. Sono variabili anche le dimensioni, comprese tra i pochi km delle stelle degeneri e i miliardi di km delle supergiganti e ipergiganti, e le luminosità, comprese tra 10−4 e 106 - 107 luminosità solari (L☉).
Le stelle si presentano, oltre che singolarmente, anche in sistemi costituiti da due (stelle binarie) o più componenti (sistemi multipli), legate dalla forza di gravità. Un buon numero di stelle convive in associazioni oammassi stellari (suddivisi in aperti e globulari), a loro volta raggruppati, insieme a stelle singole e nubi di gas e polveri, in addensamenti ancora più estesi, che prendono il nome di galassie. Numerose stelle possiedono inoltre uno stuolo più o meno ampio di pianeti.
Per saperne di più inizia da qui: Wikipedia
Chimica - Modello 3D - Acetone (C3H6O)
![]() |
Acetone - modello molecolare. Grigio Carbonio, Bianco Idrogeno, Rosso Ossigeno |
![]() |
Acetone, formula di struttura |
![]() |
Una bottiglia in vetro ambrato di acetone, di uso comune in un laboratorio chimico. |
Astronomia - I Pianeti Giganti Gassosi
![]() |
La struttura interna dei quattro giganti gassosi del sistema solare |
Sono solitamente definiti giganti gassosi i pianeti con massa superiore alle 10 masse terrestri.
![]() |
I quattro giganti gassosi del sistema solare, in un fotomontaggio che ne rispetta le dimensioni ma non le distanze; dal basso verso l'alto,Giove, Saturno, Urano e Nettuno. |
Per saperne di più: Wikipedia
martedì 9 giugno 2020
Minerali - La Pirite FeS2 - Disolfuro di Ferro
![]() |
Cristalli di Pirite - Formula FeS2 Disolfuro di Ferro (II) |
PIRITE
CLASSE MINERALOGICA: solfuro - GRUPPO: monometrico - SISTEMA: cubico (gruppo spaziale: Pa3) -
ABITO: cubico a facce striate, ottaedrico, pentagonododecaedrico, icositetraedrico ed in cristalli con combinazioni di queste forme; pirite si trova comunemente in noduli, ma anche massiva ed in sostituzione di altri minerali e fossili a formare pseudomorfi -
DUREZZA: 6-6,5 -
PESO SPECIFICO: 5,1 -
INDICE DI RIFRAZIONE: n=1,810 (monorifrangente) -
COLORE: dal giallo ottone con riflessi grigi al giallo oro -
LUCENTEZZA: metallica -
TRASPARENZA: opaca -
SFALDATURA: completamente indistinta -
STRISCIO: polvere nera verdastra, diversa da quella gialla dell'oro -
FRATTURA: concoide -
PLEOCROISMO: assente -
FLUORESCENZA: nulla
Il suo nome viene dal greco pyr (fuoco) perché produce scintille quando la si percuote (vedere la voce "accendere un fuoco" sul manuale delle giovani marmotte); i greci la portavano come amuleto, gli incas ne facevano degli specchi, nel Medioevo veniva confusa con l'oro ed era quindi chiamata "oro degli sciocchi"
La Pirite si riconosce facilmente grazie ad abito, durezza, striscio e lucentezza; a causa del fatto che la pirite si ossida molto facilmente occorre fare molta attenzione ai campioni di pirite nelle collezioni poiché decomponendosi libera acido solforico che può attaccare tutto ciò che li circonda.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Post più visti negli ultimi 7 giorni.
-
Successione degli orbitali in ordine crescente di energia: 1s → 2s → 2p → 3s → 3p → 4s → 3d → 4p → 5s → 4d → 5p → 6s → 4f →5d → 6p → 7s → 5f...
-
Norme Tecniche delle costruzioni 2018 3.2.2 CATEGORIE DI SOTTOSUOLO E CONDIZIONI TOPOGRAFICHE Categorie di sottosuolo. Ai fini della de...
-
Le Rocce sono aggregati naturali formati da uno o più minerali, costituiscono la litosfera, in base alla loro genesi vengono divise in t...
-
Una premessa : tutte le formule che seguono sono sperimentali . I valori di angolo di attrito ott...
-
Il limite K-T è il termine con cui si indica il passaggio, datato a 65,5 ± 0,3 milioni di anni fa tra Cretacico e Cenozoico nelle succes...
Post più visti in assoluto
-
Il disseccamento del Mediterraneo alla fine del Miocene di Maria Bianca Cita Università di Milano Il piano Messiniano rappresenta u...
-
Il piano Messiniano rappresenta un periodo di tempo molto breve nella scala geologica (meno di due milioni di anni) nella parte terminal...
-
Il limite K-T è il termine con cui si indica il passaggio, datato a 65,5 ± 0,3 milioni di anni fa tra Cretacico e Cenozoico nelle succes...
-
Un modello matematico descrive le dense nubi di gas e ceneri che scorrono lungo i fianchi del vulcano durante un'eruzione esplosiva....
-
Una breve e semplice spiegazione sulla differenza tra falda freatica e falda artesiana. Schema sulla differenza tra falda freatica ...